La tartuficoltura e l'industria del tartufo

Che cos'è la tartuficoltura?

Vivendo in associazione con un albero, il tartufo è un fungo della famiglia dei tuberi che cresce sottoterra. Gli scambi che avvengono tra il tartufo e l’albero a livello delle radici (acqua, zuccheri, sali, minerali…) sono caratteristici di un’associazione stretta e duratura a vantaggio reciproco denominata simbiosi micorrizica.

La tartuficoltura è una pratica colturale che consiste nel piantare giovani alberi cosiddetti “micorizzati”, ovvero precedentemente inoculati con il tartufo nelle loro radici. Questa inoculazione viene praticata in vivaio e prende il nome di “micorizzazione controllata”. L’impianto risultante deve essere effettuato in condizioni specifiche e in base ai requisiti dellespecie di Tuber desiderate. 

Perché la tartuficoltura?

Diversificazione nell'agroforestazione

La tartuficoltura rappresenta un’opportunità di diversificazione per gli agricoltori.

Spesso troppo poco conosciuta, vogliamo renderla accessibile attraverso la formazione.

Può quindi essere praticata in associazione con altre colture nell’agroforestazione.

Promuovere la coltivazione del tartufo senza l'uso di prodotti chimici

Promuovere la coltivazione del tartufo significa anche promuovere una cultura agroecologica, che non richiede l’uso di prodotti chimici e necessita di un apporto idrico ragionevole rispetto ad altre colture.

In questo modo, promuoviamo la riduzione dei prodotti fitosanitari e la gestione razionale dell’irrigazione.

Un pilastro dello sviluppo territoriale e turistico

La tartuficoltura rappresenta una leva per lo sviluppo del territorio e per un turismo dalle grandi potenzialità.

La coltivazione del tartufo è infatti un ottimo modo per mantenere l’attività in una zona agricola in crisi, combattere l’esodo rurale e consentire lo sviluppo dell’agriturismo.

Serbatoi biologici e valorizzazione ambientale dei terreni

Da un punto di vista ambientale, i tartufai costituiscono eccellenti serbatoi biologici che favoriscono la biodiversità.

Contribuiscono alla pianificazione territoriale e consentono la valorizzazione dei terreni.

Come è organizzata l'industria del tartufo?

In Francia, il numero di coltivatori di tartufi è stimato a 20.000, di cui circa 5.000 sono membri di un sindacato o di un’associazione di coltivatori di tartufi. Questi sindacati dipartimentali sono raggruppati in 7 Federazioni Regionali, che a loro volta appartengono alla Federazione Francese dei Coltivatori di Tartufi, di cui Alain Ambialet è il presidente.

A livello europeo esistono due istituzioni che riuniscono le federazioni di diversi paesi: GETT (Groupement Européen Truffe et Trufficulture) e CRETT.

In Francia, il fatturato annuo del settore tartuficolo è stato stimato nel 2005 a circa 150 milioni di euro, considerando la vendita dei tartufi, ma anche tutto ciò che è correlato al tartufo, come le piantine micorrizate, i prodotti trasformati, il turismo… una cifra che è sicuramente molto sottostimata.
In Europa, questo fatturato si aggira intorno al miliardo di euro all’anno.

Il settore tartuficolo ha quindi un forte potenziale di sviluppo, poiché la tartuficoltura è una coltura riconosciuta dall’Unione Europea, che dà diritto agli aiuti della Politica Agricola Comune (PAC).

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